martedì 29 novembre 2011

Terzo. Stasi.

Qualunque fosse la sua destinazione, qualunque meta lo costringesse ad affrettarsi, Jean aveva sempre amato camminare per le vie di Firenze. Amava passeggiare senza pensare a niente, odorando i profumi che arrivavano dai bar e dalle librerie, guardando le persone che camminavano con i volti scuriti dalle preoccupazioni, sentendo il frizzante vento autunnale sul viso. La sua mente si svuotava di tutto, si spegneva. Solo i sensi lavoravano a pieno regime, disordinatamente. Magnificamente.
Anche in quel momento si stava godendo la sua camminata, benché la destinazione fosse tutt'altro che idilliaca. Dopo l'amabile merenda con Laura stava camminando verso Piazza San Marco, poi l'autobus numero sette fino alla campagna tra Fiesole e Firenze, dove avevano casa i suoi genitori. Una bella villa in via dei Ferruzzi, quattrocento metri quadri di splendente solennità. Suo padre l'aveva ereditata da suo nonno, pioniere dell'industria tessile di Prato. L'avevano mantenuta grazie agli impieghi dei suoi genitori. Il padre dirigente della banca più importante della città, la madre neurologa laureata alla Sorbona, poi emigrata in Italia, e ora primario al Careggi.

venerdì 18 novembre 2011

Secondo. Il Bar.

 Stava in ginocchio, sulla sedia. Il calore dei fornelli gli aveva scaldato le guance, che erano diventate di un rosso acceso. Con le mani che stringevano forte lo schienale guardava suo zio, che gli sorrideva mentre faceva saltare sulla padella le cime di rapa. Lui non aveva mai voluto assaggiare le cime di rapa, avevano un aspetto orribile, eppure non riusciva a staccare gli occhi da quel polso. Il polso di suo zio. Eseguiva un movimento talmente dolce e perfetto, che era impossibile da non ammirare.
Con la sua vocetta da bambino di quattro anni gli chiese di provare. Lui gli rispose di no, era troppo piccolo per stare ai fornelli. Gli disse che un giorno però, diventato grande, avrebbe potuto compiere quel movimento come professione, sarebbe potuto diventare cuoco.
Jean non rispose, rimase con gli occhi incollati al polso. Quel giorno per la prima volta mangiò le cime di rapa. E gli piacquero.

-Jean? Mi stai ascoltando?-

lunedì 7 novembre 2011

Primo. Cambio.

La testa si reclinava regolarmente sul collo, con degli scatti repentini. I suoi occhi per quanto tentassero si restare spalancati si arrossavano sempre di più, si incrociavano e le lettere stampate, sempre più sfocate, si sovrapponevano. 
Un rumore sordo, un dolore lancinante alla fronte. Jean si era addormentato di botto sul libro di filosofia teoretica, e l'impatto con il duro tavolo della biblioteca delle Oblate era stato lancinante. Si massaggiò con vigore il punto dolorante, l'occhio semichiuso, l'imprecazione stretta fra i denti. Chiuse con rabbia il tomo che gli stava davanti con fare altezzoso, ma se ne pentì subito. Il rumore dei due chili di fitte pagine che si chiudevano rapidamente fecero voltare di scatto tutti i presenti, che lo guardarono con occhi truci. Jean arrossì, si alzò di fretta, fece cadere maldestramente alcune fotocopie che lo costrinsero a piegarsi per farne cadere altre, e si allontanò con passo svelto.

mercoledì 2 novembre 2011

Libera espressione.

Con questo post volevo fare dell'informazione sul mio sito. Forse in tutto questo tempo è stato frainteso come un semplice sito di opinione politica, di informazione, di attualità. Ma non era questo il mio intento. Mi sono concentrato in questo periodo su questi temi perché lo ho ritenuto necessario, perché ho creduto importante fare la mia parte per dare la mia idea su ciò che stava accadendo.
Tuttavia non era questo l'intento per cui è stato creato questo sito. In questo sito voglio raccontare storie, sensazioni, opinioni.
La politica è importante nella mia vita, ma non è tutto. Ho scritto si di politica in questi mesi, ma anche di sensazioni, riflessioni, esperienze personali. Era quello che mi passava per la testa, così come sarebbe potuta essere una poesia, o un racconto a puntate, o uno sfogo.
Per questo ho deciso di modificare la grafica del sito, per renderlo più adatto a tale scopo. Per ampliare i miei orizzonti.
Potrò scrivere di attualità, ma anche di qualsiasi altra cosa, non stupitevi.
Solo un chiarimento, nient'altro.