domenica 15 gennaio 2012

Quinto. In cucina.


Scese dalla macchina svogliatamente, le forze necessarie a combattere contro i genitori erano state immense, e Jean ne era uscito veramente provato. Diede una spinta alla portiera della Matiz, che però si posò senza rumore sui cardini. Imprecando tra sè e sè si riavvicinò alla macchina e chiuse lo sportello con violenza. Checco lo raggiunse e insieme si incamminarono verso casa. Durante il tragitto da casa Dandini sino alla zona universitara di Novoli Jean non aveva proferito parola, e Checco aveva rispettosamente accettato il suo turbamento. Camminarono in silenzio, con le mani affondate nei cappotti. Jean tirava su con il naso.
Checco decise di rompere il silenzio. -Pesante, vero?-
Jean alzò gli occhi, che in quel momento sembrarono gelidi come ghiaccio. -Non immagini quanto.-
Arrivarono di fronte al portone, Checco infilò la chiave la girò. Superate le due rampe di scale entrarono in casa.