martedì 20 settembre 2011

Vacue, quotidiane seghe mentali

E' da qualche giorno che mi guardo in giro. Per le strade, per i corridoi del mio Liceo, nei bar, nei locali. Sarà anche uno dei paesi più "vecchi" al mondo, l'Italia, ma i giovani di certo non ci mancano. Ne vedo tanti. Anch'io sono un giovane. Anch'io sono uno dei futuri motori del nostro apparato statale. Anch'io sono il futuro.
I giovani sono ciò che di più attivo, critico, propositivo e pieno di energia in uno Stato moderno ci dovrebbe essere. Magari in Italia per alcune cose è anche così. Ma la politica? Quanto partecipano i nostri giovani alla politica? Quanto ci tengono a far valere le proprie idee?
Molte volte mi sono posto queste domande, e altrettante volte la risposta è stata sconfortante, disarmante. Non c'è interesse per la politica, che sembra lontana anni luce da una generazione che per un terzo è completamente disoccupata, che negli eccessi trova la sua unica ragione di vita, e a cui la vita stessa non ha fatto altro che regalare vane illusioni.
A volte passeggio per delle feste di partito e vedo solo anziani che giocano a briscola o allegre famiglie che tentano la fortuna con la tombola di autofinanziamento. Vedo cariatidi che tentano di arringare una folla di disillusi lavoratori di mezz'età che vanno a queste feste o per portare a cena le mogli a basso costo o semplicemente per prendere una boccata d'aria. Poi varco la soglia della manifestazione, metto un passo dietro l'altro fino al primo pub e li trovo. Masse di ragazzi in una nube di fumo, che tra bestemmie e discorsi più che leggeri passano l'ennesima serata tra disinformazione e abbrutimento.
Chiaramente su queste realtà non si può formulare alcun postulato e di giovani che hanno capito che la partecipazione politica è l'unico mezzo per non rimanere dei gusci di noce in balia del mare in tempesta che è la nostra vita ce n'è. Ma purtroppo sono troppo pochi. Sono troppo pochi quelli che si fanno una cultura politica. Sono troppo pochi quelli che leggono i giornali per farsi un propria idea di quello che gli accade intorno. Sono troppo pochi quelli che vogliono cambiare le cose, perchè così proprio non gli va.
Così stanno i fatti, è innegabile. A chi ci dice che siamo una generazione vuota e senza valori non mi sento di dargli ragione, ma, a mio malgrado, nemmeno torto. Di chi è la colpa? Forse delle generazioni antecedenti alla nostra, che hanno creato un clima materialistico e vacuo. Forse della politica che non solo non si avvicina ai giovani, ma neanche ai cittadini in genere. O forse la colpa è proprio nostra, troppo egoisti ed ignoranti per un mondo al quale non riusciamo a star dietro.
Io non so rispondere, Non so di chi è la colpa, nè il motivo per cui questo scempio sia toccato proprio a noi. So solo che mentre passeggio per le feste di partito e per le vie dei locali giovani, tutto questo mi fa male. E tanto.

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