venerdì 7 ottobre 2011

Corteo studentesco del 7 Ottobre. Firenze.

Firenze, 7 Ottobre 20
Il lento fumo blu delle sigarette si alza da un gruppetto di ragazzi sul ciglio di un binario della stazione centrale di Firenze. Nei loro sguardi c'è eccitazione, speranza, divertimento. Voglia di partecipare, di essere veramente attivi. Ci sono anch'io, lì in mezzo. Anch'io sono sul ciglio del binario, anch'io ho una sigaretta in bocca, anche i miei occhi ridono speranzosi. Buttiamo le sigarette ormai completamente arse, e ci incamminiamo nel freddo di Ottobre stretti nelle nostre colorate ed allegre felpe. La nostra destinazione è una piazza non lontana, piazza San Marco.
C'è una manifestazione studentesca oggi. Siamo studenti noi, e quindi non possiamo mancare. E poi il tema è veramente interessante, lo condivido e voglio partecipare alla protesta. Lo slogan del corteo studentesco è un efficace "Il capitalismo non è in crisi, il capitalismo è la crisi.". Veramente accattivante, appena ho letto al riguardo in rete ne sono rimasto entusiasta, sul serio. Il problema del capitalismo è sempre stato attuale per me, l'ho sempre considerato una metastasi universalmente accettata e riconosciuta che ci sta portando ad una lenta distruzione. Il capitalismo sta smantellando il nostro stato sociale. A causa del sistema capitalistico stiamo assistendo impotenti a dei tagli ciclopici ai fondi pubblici, all'uccisione di una possibile crescita del nostro Paese a causa dell'aumento dell'IVA e della privatizzazione di tutto ciò che è e deve essere un bene comune. Io sono contro il sistema che ci circonda, sono convinto delle mie idee. E le voglio quindi proteggere, sostenere.
Pieno di tutto questo ardore mi sono diretto al punto d'incontro degli studenti. Ci siamo ritrovati in un trionfo di allegria e di forza, di libertà e di rabbia. Ci siamo uniti alle risa felici di chi sa di stare facendo qualcosa che conta davvero. Poi il corteo è partito. Poi qualcosa è cambiato.
La calca si è immessa in una delle vie più belle ed importanti della mia città, e poi la situazione è degenerata. Non nel senso estremo del termine. I ragazzi hanno smesso di protestare costruttivamente. Hanno iniziato  a urlare slogan inutili, volgari, fini a se stessi. Hanno iniziato a schiamazzare e a ridere di cose esterne alla protesta politica. 
Siamo tanti, ma le persone che ci credono davvero sembrano poche. Mi accorgo di essere circondato da ragazzi, interessati più a socializzare che a protestare contro un sistema opprimente. Mi accorgo di essere dentro una protesta vera, seria. Ma che purtroppo non è stata presa sul serio.
Il corteo finisce com'è iniziato. Con alcuni che urlano idee importanti, che si battono seriamente per convincere i loro coetanei delle loro sacrosante idee. Ma anche con molti altri ragazzi felici solamente per aver evitato qualche interrogazione o verifica saltando la scuola.
Ce ne torniamo alla stazione, non è più tanto freddo. Le felpe colorate sono finite nello zaino lasciando spazio a t-shirt monocromatiche. Mi fumo un'altra sigaretta sul binario. Non è stata una giornata negativa. Ho visto molti ragazzi impegnati politicamente urlare con me protestando con sentimento su cose serie. Ho visto una politica attiva autogestita e priva dei fumi sparsi dalle alte sfere. Ma purtroppo eravamo una piccola percentuale sulle migliaia di studenti giunti a Firenze. C'è una piccola sconfitta nel mio cuore, che batte tuttavia ancora verde di speranza.
Butto la sigaretta, salgo sul treno tornandomene a casa. Confido in Roma, il 15 Ottobre. Spero che gli tra gli indignados riuscirò a far sentire la mia voce.

1 commento:

  1. "Mike Bongiorno non si trova più"? Roma sarà diversa. Deve esserlo. Altrimenti, i soliti e abituali pi greco mezzi.

    RispondiElimina